domenica 21 febbraio 2010

Risposta alla “lettera aperta” sulle possibilità di ampliamento negate (o presunte tali)

Circola nel territorio del nostro comune una “lettera aperta” sulle possibilità di ampliamento negate ai cittadini a firma di un consigliere comunale di minoranza, redatta a seguito di una decisione del Consiglio Comunale in merito all’applicazione del cosiddetto “Piano Casa”.
Sono doverose alcuni chiarimenti sul contenuto della missiva nella quale si afferma come l’Amministrazione operi con “disparità di trattamento” in base a elementi “irrilevanti quale l’anno di costruzione” degli edifici.
La legge regionale 49 del 3 novembre 2009, di carattere straordinario e di durata di 24 mesi, è finalizzata all’individuazione di “misure urgenti per il rilancio dell’attività edilizia e per la riqualificazione del patrimonio urbanistico-edilizio”.
Con essa, vengono individuati i manufatti esistenti che possono essere ampliati e non prevede possibilità di ampliamento per tutti gli edifici. L’autore della lettera, forse “digiuno di nozioni urbanistiche”, pare non aver colto come le motivazioni delle esclusioni di alcuni edifici siano state dettate da precisi limiti dimensionali fissati dalla legge regionale stessa all’articolo 3, ove si afferma che le volumetrie che superano i 1000 metri cubi non possono beneficiare degli ampliamenti.
Con delibera di consiglio comunale, nel dicembre scorso, sono state individuate le parti del territorio in cui non trovano applicazione esclusivamente le previsioni di ampliamento della legge per motivi di tipo urbanistico, edilizio, paesaggistico ambientale e culturale (quali i territori di presidio ambientale, le aree di edifici con valore storico testimoniale, le aree collinari, ecc) e non già in virtù di un mero criterio temporale come erroneamente indicato nella “lettera aperta”.
L’Amministrazione pertanto non ha fatto altro che ottemperare a questo punto escludendo obbligatoriamente gli edifici superiori a tale volume che, nel caso del nostro comune, corrispondo alla quasi totalità degli edifici di nuova o recente costruzione, cioè realizzati in seguito all’approvazione del Piano Urbanistico Comunale, nel 2001.
Tale esclusione garantisce all’amministrazione un maggior controllo sulla qualità degli interventi edilizi, possibilità che sarebbe preclusa dalla realizzazione di ampliamenti in base alla legge regionale che opera in deroga agli strumenti urbanistici vigenti.
È evidente come l’Amminstrazione non abbia una “concezione tutta sua” in campo urbanistico come affermato nella lettera ma al contrario abbia operato, come sempre, nel pieno rispetto della normativa che in questo caso accoglie le indicazioni del governo nazionale. Questo sì, davvero pare avere idee del tutto particolari del rispetto dei luoghi e delle identità territoriali e delle regole elementari necessarie alla gestione della complessità delle strutture urbane.


Francesco Marchese

Nb: i testi tra virgolette sono citazioni della lettera

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