domenica 29 marzo 2009

FRANCESCHINI INCONTRA I SINDACATI INTERNAZIONALI


Franceschini incontra i sindacati internazionali

Lunedì 30 marzo 2009, alle ore 9,30 il Partito Democratico incontrerà, nella propria sede di via S.Andrea delle Fratte a Roma, una ampia delegazione dei sindacati internazionali che interverranno alla sessione del “G 8 / G 14 – lavoro”, che terrà i suoi lavori a Roma nei prossimi giorni. Domenica 29 marzo i rappresentanti sindacali delle centrali internazionali ed europea e dei Paesi del G 14 partecipano infatti alla consultazione con i Ministri del lavoro del G8 e con la Presidenza italiana. Il giorno successivo i portavoce sindacali incontreranno i ministri del lavoro del G14.A guidare la delegazione del Partito Democratico saranno il segretario Dario Franceschini, Enrico Letta – responsabile del dipartimento welfare, Piero Fassino – responsabile del dipartimento esteri, Cesare Damiano, responsabile del settore lavoro del PD. La delegazione sindacale internazionale sarà guidata dai portavoce John Sweeny - Presidente della AFL-CIO (USA) e Presidente della Commissione consultiva dei sindacati presso l’OCSE. -, John Evans - Segretario Generale della medesima Commissione.- e Reiner Hoffmann - segretario Generale aggiunto della Confederazione Europea dei Sindacati. Della delegazione faranno parte i segretari generali di CGIL, CISL e UIL, Guglielmo Epifani,Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti e i rappresentanti di organizzazioni sindacali dei principali paesi. La presenza dei vertici sindacali internazionali a Roma è di particolare rilevanza, nel pieno della crisi economica e finanziaria più grave del dopoguerra. I rappresentanti dei lavoratori presenteranno un documento per un Piano di azione mondiale per l’occupazione che garantisca lavoro, qualità dell’occupazione, sviluppo sostenibile e un governo efficace dell’economia mondiale.

sabato 28 marzo 2009

Lavoratori a rischio

Lavoratori a rischio


immagine documento








Una procedura che è già un classico. L’ordine è questo: annuncio pomposo, Consiglio dei Ministri, nuovo annuncio, questa volta per proclamare l’avvio delle “nuove regole”. Nella maggior parte dei casi “nuove regole” equivale a “niente regole”. È stato così per il piano casa, e la storia si è ripetuta stamattina con le “modifiche al testo unico in materia di sicurezza sul lavoro”.

Modifiche, quelle operate dal governo, di cui in realtà nessuno sentiva l’esigenza. Tranne Confindustria. E la maggioranza ha ceduto alle pressioni di quegli industriali che lamentavano sanzioni troppo pesanti a proprio carico. Cosa vuoi che importi se per soddisfare le richieste degli industriali si dovranno sacrificare le vite degli operai? È la dura legge del mercato!

Non sempre i proclami giovano. Lo sa il ministro del Welfare Sacconi, che ha dovuto concedere qualcosa, dopo la valanga di polemiche dei giorni scorsi. La protesta dell’opposizione è riuscita a strappare all’esecutivo il mantenimento dell’arresto del titolare in caso di gravi irregolarità e della figura del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale per le imprese sotto i 15 dipendenti che non possono averne uno interno.

Ciononostante la sostanza del testo rimane, e che testo! La parola d’ordine sarà meno controlli e soprattutto meno sanzioni, perché considerate da Sacconi “un eccesso formale”. E quindi via alla pratica preferita dalla maggioranza: confondere i cittadini con la potente arma della parola. Può così accadere che la “reiterazione” si trasformi in “plurima violazione”. A chi legge potrà sembrare una scelta lessicale come un’altra, ma, date le pesanti implicazioni giuridiche, per molti operai potrebbe essere la differenza fra la vita e la morte. Con la nuova disposizione, infatti, per chiudere un cantiere non basterà che al secondo controllo questo presenti irregolarità. Si decide quindi di non intervenire tempestivamente, esponendo a rischi inutili i lavoratori. I controlli delle autorità saranno sostituiti da accordi fra imprese e lavoratori, motivo per cui la sicurezza sarà solo data per scontata.

Le sanzioni pecuniarie, da sempre considerate il più efficace deterrente, saranno ridotte almeno di un terzo. Non solo un passo indietro rispetto al testo voluto dal precedente governo Prodi, ma addirittura un peggioramento rispetto al testo in vigore nel 1994. Inconcepibile risulta anche la cancellazione della “cartella rischio personale”. Si tratta del documento che racchiude la storia sanitaria di un lavoratore, per cui se un interinale passa da un cantiere ad un altro, consultando la cartella si può evitare di affidare all’operaio mansioni incompatibili con il suo stato di salute.

La nuova perla del CdM non piace al PD, soprattutto a Cesare Damiano, co-autore del precedente Testo Unico, che contesta al governo di aver “portato avanti un'azione di rimando dell'applicazione di normative importanti, penso in particolare alla normativa sulla presentazione da parte delle imprese del documento di rischio, rinviata al 2009". E non solo, continua Damiano: "Si sono poi cancellate alcune norme importanti, come l'obbligo della comunicazione alla Direzione provinciale del lavoro degli straordinari, oppure come hanno denunciato le Regioni, non sono state attivate le commissioni previste dal testo e quindi non si e' potuto dare corso ad ulteriori iniziative di controllo. Nel 2009 il ministero del Lavoro programma addirittura una diminuzione del 17% dei controlli. Noi avevamo previsto di portare le ispezioni a quota 250 mila una cifra significativamente molto alta".

Anche Guglielmo Epifani , segretario generale della Cgil, parla di “ errore grave, una scelta che non si capisce, che la Cgil non comprende e che anche il Paese fa fatica a comprendere. D i questa modifica non se ne sentiva davvero il bisogno. E le correzioni, purtroppo, non si limitano al solo capitolo sulle sanzioni ma si estendono in profondità anche su molti altri capitoli".


Iv.Gia

MANIFESTO DEI VALORI DEL PARTITO DEMOCRATICO CASTELNUOVO MAGRA


Il Comitato per il Partito Democratico di Castelnuovo Magra, all'indomani delle assemblee di frazione e dell'assemblea cittadina tenutasi lunedì 3 settembre, nel percorso verso il 14 ottobre, ha deciso di dar forma a un documento che sintetizzi le riflessioni elaborate al suo interno, nello spirito indicato dalla circolare del Comitato Nazionale 14 Ottobre che, parlando dei Comitati Provinciali, li invita ad avviare “ la fase costituente nei territori”.L'auspicio è che esso possa contribuire ad aggregare a livello locale le persone che dovranno misurarsi in questa impresa eccezionale che è il dar vita al PD, un partito chiamato a rinnovare la politica italiana.

1)L'esigenza di dar vita al PD nasce dalla consapevolezza della profonda crisi della politica nel nostro paese, che ha generato scetticismo , rabbia, rassegnazione nell'opinione pubblica; al punto di far parlare di “emergenza democratica”. Il PD non nasce per garantire la sopravvivenza di una classe dirigente. Nasce per rigenerare la democrazia in Italia. Non è un'operazione di “maquillage” politico, non risponde ad un'esigenza estetica, ma ad un'esigenza democratica. E' essenziale che i cittadini ritornino a sentire la necessità e la possibilità di una reale partecipazione, sapendo di poter contare,di essere determinanti nel “concorrere a determinare la politica nazionale “ (art 49 della Costituzione)

2)Perché questo accada,il PD deve essere un partito nuovo. Partito: luogo che accoglie le istanze e le domande della società, facendosene portatore presso i livelli decisionali ed esecutivi. Nuovo: perché privo dei vizi che hanno allontanato le persone dalla partecipazione.
Nuovo: soprattutto nelle regole, tra cui riteniamo fondamentali le primarie per la selezione della rappresentanza dei cittadini a tutti i livelli, in base alla qualità della politica, alle competenze, all'esperienza e allo spessore etico, senza distinzione di sesso o di età, senza discriminazioni nei confronti di alcuno; dovranno essere garantiti gli spazi, a parole tanto celebrati, alle donne e ai giovani. Quindi vanno rifiutati i doppi, tripli incarichi; gli incarichi a vita e il perpetuarsi della nomenklatura, regolando il numero dei mandati.

3) un partito giovane? Non vogliamo confondere la giovinezza politica con quella anagrafica; ci sono giovani, soprattutto in politica, che sono già vecchi nella logica che li guida, sopraffatti come sono dalle preoccupazioni per la carriera pluridecennale che li attende in futuro. Per questo condividiamo una frase di R. Kennedy, ricordata da Barak Obama davanti agli studenti dell'Università de Massachussets (02.06.06) “Il mondo ha bisogno delle doti della gioventù; che non è una stagione della vita,ma una categoria del pensiero, una forza di volontà, una dote dell'immaginazione, una predominanza del coraggio sulla timidezza, un desiderio di avventura che prevalga sull'amore per le comodità”.
E tuttavia non tutto ciò che appartiene al passato è vecchio.il PD saprà fondare il suo carattere di partito nuovo con tanta maggiore forza, quanto più sarà in grado di vederne e di rivendicarne i legami col passato. Con ciò che di buono, di incisivo la politica in passato ha pur conosciuto:la disponibilità a porsi in una logica di bene comune, di partecipazione, di solidarietà.
La politica non può fare a meno della giovinezza, ma non è attraverso la cooptazione che potranno emergere le personalità di cui il nostro paese ha bisogno.

4) I nostri riferimenti ideali sono espressi chiaramente nel Manifesto per il PD che afferma: “Intendiamo partecipare allo sviluppo del modello sociale europeo, rilanciandone i due principi ispiratori: la valorizzazione dell'iniziativa , dei talenti e dei meriti; la promozione di un tessuto sociale solidale...”
Il PD, come dice Giacomo Vaciago, in un'interista a “Europa” del 24/07/07, deve saper “conciliare equità e merito”, in quanto uno dei suoi principali compiti è quello di rifondare eticamente la politica e di dimostrare che è possibile far corrispondere alle parole i fatti.
Del tutto attuale, quando si parla di riferimenti ideali resta la nostra Costituzione; vi troviamo la centralità della persona, il principio di uguaglianza, il diritto-dovere al lavoro, la solidarietà fiscale, il ripudio della guerra, la laicità dello stato, il rifiuto dell'agnosticismo etico dello stato, il federalismo, il carattere parlamentare della repubblica.

5)Il discorso sui valori non è un discorso superfluo per un partito politico, soprattutto se questo partito è nella sua fase embrionale. E' importante, a tal proposito ricordare la distinzione tra partito e governo: il partito è la sede dell'ascolto, dell'osservazione e dello studio delle esigenze, della loro elaborazione, secondo determinati principi, in un insieme di obiettivi; il governo e l'amministrazione della cosa pubblica sono le sedi della mediazione, del compromesso (inteso non come spregevole atto di opportunismo, ma come frutto di un incontro “alto”, che tenga conto anche delle istanze degli altri, per realizzare insieme quanto è nelle possibilità, dato un certo contesto)

6)Tra gli obiettivi più importanti che il PD deve darsi,quelli prioritari ci sembrano i seguenti:
ridare forza e credibilità alle istituzioni dello stato e della politica. Perché tra cittadini e istituzioni si colmi quel vuoto che genera ciò che passa attualmente sotto il nome di “antipolitica”. Limitarsi a catalogare questo fenomeno come qualunqiuistico serve a poco. Nell' ”antipolitica”, ci sono anche una protesta e una richiesta di rispetto da parte dei cittadini; un sempre maggior numero di essi percepiscono nei “politici” non più coloro che sono stati deputati a rappresentarli, ma una casta a sè stante che opera a suo proprio vantaggio, lontana dai problemi e dagli interessi dei più.Un recupero di questo malcontento, che ampliandosi, potrebbe sfociare in una deriva populista, non è cosa che il PD possa ignorare.Tale recupero potrà avvenire solo se le istituzioni parlamentari, di governo e di partito si dimostreranno capaci di dar forma a un'azione basata su principi condivisi e sulla massima trasparenza. I cittadini saranno maggiormente disponibili a sentirsi coinvolti nella cosa pubblica, quanto maggiormente le istituzioni sapranno dimostrare consequenzialità tra leparole e i fatti. Lo spettacolo del detto e del contraddetto, il ridurre ogni affermazione ad opinione soggetta a cambiare secondo dell'esigenza del momento e dei propri interessi, la sottovalutazione dei fatti e il rifiuto di un bilancio critico su quanto si è fatto per favorirli o per impedirli;le promesse fatte già sapendo che non verranno mantenute; rispetto a tutto ciò, il PD è chiamato a dar segni di profonda discontinuità
Tagliare i costi della politica e ridurre i membri del governo, dei parlamentari, dei consigli regionali. Siamo contro gli sprechi.La riduzione della spesa deve procedere, a nostro giudizio, di pari passo con la sua qualificazione . La politica costa. Il suo prezzo è garanzia di democrazia, ma deve costare il giusto. Se è vero che tutti devono pagare le tasse (seguendo un criterio di giustizia sociale e di progressività nella contribuzione- art. 53 della Costituzione-), è anche vero che ogni euro pubblico gettato al vento è un furto che avviene alle spalle dei cittadini. Pagare le tasse appartiene ai doveri del cittadino; il dovere di chi li amministra è di investirli in suo favore, seguendo principi di equità e di efficienza.
contrario

7) Queste esigenze, largamente presenti nel paese, dovranno guidare le scelte politiche sia a livello nazionale che a livello locale. Il fatto che il PD si configuri come partito federale, favorisce lo sviluppo di una maggiore attenzione ai singoli territori, talmente differenziati, in Italia, da determinare localmente una varietà elevata di problemi e necessità. A differenza, quindi, dei partiti con una forte connotazione centralistica il PD giocherà la sua scommessa in gran parte nella dimensione locale, con le sue relative componenti economiche, sociali, culturali e ambientali. Ci auguriamo che il PD sappia essere Federale nei programmi e Universale per quel che riguarda i principi di fondo e le linee guida. Un partito che pur ponendo attenzione alle peculiarità regionali, contribuisca a un rafforzamento del senso civico e di appartenenza nazionale.

Il Comitato per PD di Castelnuovo Magra si augura che in tutti i collegi elettorali delle primarie, compreso il nostro, sia presente la varietà di liste necessaria a rappresentare il ventaglio di esigenze, di approcci, di sensibilità, che sono presenti nel nostro elettorato; le posizioni diverse, le contraddizioni, non debbono spaventare, né essere sottovalutate. Ci sono. Bisogna offrire al popolo delle primarie la pluralità di scelta, che gli consenta di sentirsi rappresentato. Il Comitato è profondamente convinto che in questo momento qualsiasi politica che tendesse a escludere dalla rappresentanza, sarebbe una politica fallimentare; ritiene al, che soltanto la pluralità di riferimenti, nomi, figure, favorisca e garantisca una politica inclusiva e partecipata. All' interno di essa, saranno i cittadini a decidere e a contare.


Documento approvato all’unanimità alla prima riunione del coordinamento comunale del Partito Democratico di Castelnuovo Magra.