martedì 21 aprile 2009



Franceschini: "Le nostre sono candidature vere. Idv e Pdl scorretti"
La replica di Di Pietro: "Fa il furbo. Anche lui candida amministratori in carica"
Europee, il Pd decide le liste
Capilista Berlinguer e Cofferati
C'è anche Rosaria Capacchione, la giornalista del Mattino minacciata dalla camorra
I democratici voteranno sì al referendum. Verso il voto il 21 giugno


Dario Franceschini
ROMA - La squadra è fatta. Il Pd ha dato il via libera ai nomi dei candidati per le elezioni europee di giugno. Una lista "approvata all'unanimità" dice il segretario Dario Franceschini. Ieri sera, dopo diverse riunioni, il vertice del partito aveva trovato l'intesa sulle circoscrizioni. E oggi l'ha ufficializzata con un voto quasi unanime.

Nel Nord-est la lista sarà guidata da Luigi Berlinguer, nel Sud da Paolo De Castro (in lista anche Rosaria Capacchione, la giornalista del Mattino minacciata dalla camorra, e l'europarlamentare uscente Gianni Pittella). Gli altri capilista sono Sergio Cofferati per il Nord-Ovest, David Sassoli per il Centro, Rita Borsellino per le Isole. Tra i candidati, Debora Serracchiani, Vittorio Prodi, Salvatore Caronna.

Nel Nord-Ovest sono in lista anche Patrizia Toia e Gianluca Susta. Al Centro Sassoli è seguito dal sindaco uscente di Firenze, Leonardo Domenici, al terzo posto c'è Silvia Costa. Nella circoscrizione Sud compaiono anche due assessori della giunta Bassolino, Angelo Montemarano e Andrea Cozzolino. Infine, nella lista delle Isole c'è anche la ex segretaria del Pd sardo, Francesca Barracciu.

"Le nostre sono liste vere, fatte da persone che se verranno elette resteranno in Europa per tutta la legislatura - dice Franceschini - Berlusconi e Di Pietro fanno uno cosa scorretta, non si può chiedere la preferenza agli italiani per un posto che la legge impedisce di occupare. Vogliamo reintrodurre serietà nella politica italiana". L'ex pm sostiene poi che "il Pd non ha il coraggio di affrontare di petto e contrastare la candidatura di Berlusconi con i suoi massimi dirigenti".

Immediata la replica del leader dell'Idv Antonio Di Pietro: "Ora anche Franceschini fa il furbo: dice che il Pd non candiderà amministratori in corso di mandato e poi invece li candida come dimostra la candidatura in Sicilia di Rosario Crocetta, sindaco in carica a Gela. Quindi è Franceschini scorretto".

Toccando il tema ancora aperto della collocazione europea del Pd, Franceschini ha sintetizzato la sua posizione con la formula "non nei socialisti, bensì con i socialisti". Questo esclude la possibilità che gli europarlamentari eletti del Pd possano dividersi a Strasburgo, sedendosi qualcuno nel Pse (gli ex Ds) e qualcuno con i Liberaldemocratici (gli ex Margherita).

La riunione ha affrontato anche il tema del referendum elettorale. Accogliendo la prosta di Franceschini di votare sì al quesito. Il segretario, dopo la bocciatura dell'election day da parte del governo, punterebbe al 21 giugno. Per Franceschini il voto a favore non sarebbe però motivato da un apprezzamento per il modello di legge elettorale che uscirebbe dall'abrogazione della legge attuale, ma piuttosto una premessa per modificare il sistema di voto. Ma "già da oggi sfidiamo la maggioranza perchè si impegni in Parlamento a modificare la legge elettorale in modo da restituire agli italiani il diritto di scegliere chi li rappresenterà" commenta il segretario.

(21 aprile 2009) (La Repubblica.it)

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