domenica 29 agosto 2010

IL PD ESCA DALLA MELMA IN CUI QUOTIDIANAMENTE VIENE RISUCCHIATO


Il governo casca, non casca, sta in piedi o scivola? Governi tecnici, sante alleanze o elezioni anticipate?
Sono molte le considerazioni, le ipotesi che animano il dibattito politico lasciando ancora una volta fuori dalla porta i problemi veri del Paese.
I problemi non vanno in vacanza, purtroppo; basterebbe chiederlo a quei lavoratori che stanno perdendo il posto di lavoro a causa della crisi, ma anche a causa di un governo che non ha fatto niente per fronteggiarla. Molte imprese hanno chiuso per problemi reali, ma molte hanno colto l’occasione della crisi per esportare le produzioni dove la manodopera costa meno, con l’assordante silenzio del governo. Basti pensare ai cittadini dell’Aquila, comparse inconsapevoli del più grande spot elettorale del Presidente del Consiglio, che, come un set pubblicitario, alla fine dello spot hanno visto spegnere i riflettori e andare tutti a casa. Ma chi la casa non ce l’ha più, chi non ha più le chiese, chi non ha più le piazze, chi ha visto sgretolarsi con il terremoto la propria comunità? “Devono rivolgersi al comune” ha detto il Presidente del Consiglio, la responsabilità non è del governo. Vera e propria ripicca, perché se fosse passata la legge sulla protezione civile s.p.a e gli appalti gli avesse potuti gestire il governo, sarebbe stata un'altra storia. Insomma, Aquilani arrangiatevi e andate a protestare dal Sindaco. Ricordo l’opposto atteggiamento del governo di centro sinistra in occasione del terremoto Marche- Umbria, basso profilo mediatico e certezza della ricostruzione dei Paesi così come erano, senza provocare fratture insanabilità nelle comunità : ecco una sostanziale differenza fra governi di centro destra e quelli di centro sinistra.
Il governo Berlusconi gode di una larga maggioranza, eppure in due anni di governo non è stato in grado di fare alcune riforma per il Paese, nessuna riduzione di tasse, nessun federalismo e sta uscendo a pezzi dalla crisi del Pdl fra i due padroni del partito, Fini e Berlusconi.
Il Partito Democratico,in un quadro così delicato e rischioso per le sorti del nostro paese, deve tirarsi fuori dalla melma in cui quotidianamente tentano di risucchiarlo, discutendo di ipotetiche alleanze contro Berlusconi. Ma come può il Pd fare affidamento su persone come Casini, Rutelli e Fini?
Rutelli è stato un grande sostenitore del progetto “Pd” e di Veltroni fino a che non ha perso le elezioni a Roma e,invece di fare autocritica,visto il risultato diverso di Zingaretti, ha pensato bene di picconare la ditta per poi uscirne.
Casini ha sostenuto tutte le leggi ad personam del precedente governo Berlusconi e ora sta li in mezzo al guado per poter essere determinante ed andare con chi gli offre di più.
Fini fa il furbo e noi democratici non dobbiamo cascarci. Già qualche anno fa promise che non sarebbe mai più stato alleato d’un personaggio illiberale come Berlusconi per poi farci un partito assieme. Fini ha sostenuto l’ascesa di Berlusconi e ha votato tutte le leggi ad personam e illiberali dei vari governi di centro destra. Quindi non lo si può lodare come se fosse l’uomo della provvidenza giunto da Marte per liberarci da Berlusconi, anche perché lui ne è una delle cause principali.
Il Partito Democratico deve uscire dal chiacchiericcio quotidiano della politica di questo Paese mettendo in campo le straordinarie risorse e energie di cui dispone. Sono centinaia i nostri Amministratori locali, che, quotidianamente, mettono in campo politiche completamente opposte a quelle della destra, mirando a far crescere, sostenendole, le proprie comunità senza lasciare indietro nessuno.
Il Partito Democratico deve mettere a sistema tutte quelle straordinarie esperienze dei governi locali, donando agli italiani l’idea che ha di sviluppo del Paese. Il Pd ha le persone e le idee per investire sul futuro di questo grande Paese facendo emergere quelle straordinarie risorse ed energie oggi soffocate. Il Pd vuole un Italia solidale e accogliente, un Italia che tuteli i propri paesaggi e il proprio ambiente e che ne sfrutti le potenzialità, portando a termine il processo di unificazione del Paese che ancora ad oggi, dopo 150 anni, non è ancora compiuto. Sarà sulla base della nostra idea di Paese che dovremmo stringere alleanze con le forze politiche e sociali che ne condividono i principi. Infine dare la parola ai nostri elettori per scegliere assieme il candidato per guidare questo grande processo d’innovazione. E allora accogliamo l’invito di Bersani e scendiamo per le strade per parlare con i cittadini partendo proprio dalle politiche locali, mettendo in risalto l’immensa antropologica differenza che separa il centro sinistra dal centro destra, dimostrando che il Pd può ancora essere una speranza per questo Paese.

Andrea Neri (Segretario PD Castelnuovo Magra)

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