mercoledì 18 agosto 2010

Il gruppo PD della Provincia Replica a Salvetti (articolo caccia del 14 agosto 2010)

Gruppo PD Provincia della Spezia

Comunicato stampa

Che non è il momento per polemiche sterili e forvianti, lo dovrebbe sapere anche il Consigliere Provinciale Giorgio Salvetti. Ma allora perchè suona ancora le solite sirene di minaccia sulla Regione, (visto l'articolo pubblicato oggi) nonostante negli ultimi tre anni sia emerso con chiarezza che la Regione Liguria non può fare altro per ottenere la caccia in deroga allo storno? In verità, l’eventuale accordo tra PD e PDL in Regione,a cui fa riferimento Salvetti, che ha poi portato a un rinvio delle decisioni, non riguarda assolutamente la caccia in deroga allo storno, ma l’adeguamento alle modifiche apportate a livello nazionale alle legge quadro 157, che nel caso ligure potrebbero portare a posticipare l’orario di caccia, portandolo a mezz’ora dopo il tramonto. Solo questa eventualità ha sollevando le proteste degli ambientalisti e i motivi del rinvio non vanno ricercati tra gli effetti di improbabili ricatti, ma nella maturazione di un confronto su opportunità che, nonostante la tradizione venatoria, devono essere considerate nuove. Basta con il giochetto demagogico, i cacciatori meritano rispetto e devono davvero sapere cosa li aspetta, visto che sono i principali “azionisti” del sistema venatorio e della salvaguardia del territorio e dell’agricoltura. Allora si dica con chiarezza che il primo responsabile sull’impossibilità di cacciare lo storno in Liguria, come la tradizione e la sicurezza delle colture, richiederebbero soprattutto in Val di Magra, è il Governo Nazionale. Più precisamente, il Ministro dell’Ambiente Signora Prestigiacomo e il Ministro per i rapporti con le Regioni Fitto. Entrambi, già un anno fa, hanno tassativamente impedito alla Regione Liguria di attivarsi su leggi che consentano la caccia in deroga, pena l’esecutività dell’infrazione europea pendente, suffragata dalla sentenza della Corte Costituzionale italiana, che ha impedito la caccia in deroga anche in Lombardia e reso vita difficile anche alle voglie “autonomiste” venete. Allora, se davvero si vuol aiutare i cacciatori e gli agricoltori ad ottenere una deroga per cacciare lo storno, almeno in Val di Magra, non si urli una nuova caccia alle streghe ma si collabori. Esistono solo due possibilità, visto che la terza, messa in atto dalla provincia della Spezia due anni fa con il piano di controllo rivolto alle aziende agricole, non ha riscontrato l’adesione né delle associazioni né dei cacciatori. La prima è collaborare appunto con l’Assessore regionale Briano e il Consigliere Cavarra, insieme all’Assessore provinciale Casabianca, per intensificare i rapporti con l’Università di Pisa per ottenere i supporti scientifici indispensabili alla deroga, come ogni anno riescono a fare la Regione Toscana ed Emilia Romagna, nella totale legalità, tanto che l’anno scorso sono riusciti anche ad ospitare cacciatori spezzini. La seconda possibilità è la madre di tutte le soluzioni: ottenere dalla Commissione Europea il reinserimento dello storno tra le specie cacciabili, come in gran parte d’Europa. Nonostante gli indubbi problemi del centrosinistra in merito alla caccia, è un dato di fatto oggettivo quello che ha visto l’ex Ministro dell’Agricoltura del Governo Prodi Paolo De Castro, aprire questa pratica formalizzando una richiesta ufficiale. Pratica rimasta ferma per mancanza di volontà politica da parte del Governo Berlusconi di portarla avanti. De Castro è oggi Presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo, al suo posto al Ministero dell’ Agricoltura siede Zaia, il più vicino ai cacciatori tra i ministri del centrodestra. Chiediamo quindi in chiusura a Salvetti: non è questa l’occasione per fare un accordo bipartizan vero e risolvere il problema alla radice ? Perché non chiediamo tutti insieme al Governo italiano di attivarsi presso la Commissione Europea, affinché quella pratica vada avanti, visto che abbiamo anche l’opportunità di avere per Presidente di Commissione, la stessa persona che presentò la domanda?

Per il gruppo PD : il portavoce Gianni Neri

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